In un luogo sconosciuto esiste un bosco incantato, chiamato il Bosco dei Sogni Congelati, nel quale finiscono i sogni perduti dei bambini. Quando uno di loro, spaventato dalle difficoltà e dai sacrifici necessari per realizzarlo, decide di rinunciarvi, questo finisce nel bosco: e lì rimane, cristallizzato, in attesa di vivere e realizzarsi, oppure morire.
A custodire i Sogni sono malvage forze invisibili, gli OD (Ostacoli e Dubbi), che combattono tutto ciò che minaccia la loro filosofia di indifferenza e avidità, e che utilizzano la sofferenza di un povero guardiano per i propri scopi. Ma l’arrivo di tre ragazzi, decisi a riappropriarsi dei propri progetti, riuscirà ad imprimere una svolta positiva alla storia…
Saper sognare il proprio futuro, saper combattere per realizzarlo, saperlo fare con la solidarietà e il rispetto verso chi è più sventurato di noi. Questo è il senso de “Il Bosco dei Sogni Congelati”, una fiaba insieme antica e moderna, strutturata su due livelli: da una parte le scene “mimiche” e i personaggi buffi, che catturano gli spettatori più piccoli con risate e siparietti, dall’altra gli argomenti di rilevanza formativa, che fanno riflettere i più grandi e veicolano il “messaggio” più autentico dello spettacolo.
Al centro della fiaba c’è l’importanza di fare progetti per il futuro, la necessità di credere in noi stessi e nelle nostre possibilità a dispetto dei momenti di crisi; a ciò si aggiungono il tema della bellezza, della grazia e della gentilezza come risorsa per la costruzione di un mondo migliore, e l’attenzione e il rispetto per il mondo degli emarginati. Concetti che si sviluppano soprattutto nel rapporto tra la protagonista e il guardiano del bosco: a lungo esso appare come il nemico da sconfiggere, ma solo quando i tre protagonisti intuiscono il suo dolore e decidono di aiutarlo anziché combatterlo la storia può finalmente proseguire…