IIn una villa della campagna francese, un uomo viene assassinato. A causa di una nevicata, i presenti rimangono tutti bloccati nella villa e senza telefono. Si tratta di otto donne, le quali hanno qualche relazione con il morto: la cameriera, la moglie, l’amante, le due figlie, la sorella, la suocera e la cognata, e tutte avevano una motivazione per ucciderlo. Il delitto è quindi lo spunto per rivelare il substrato di menzogne e inganni che accompagna la vita delle otto protagoniste. Il gioco al massacro delle accuse reciproche alla ricerca del colpevole, mette in luce la parte nascosta delle relazioni che intercorrono all’interno della famiglia. Le otto donne sono obbligate a confrontarsi con il lato oscuro della loro personalità, con i vizi, le ambizioni, troppo spesso celate per il quieto vivere borghese.
“Otto donne e un mistero” è un testo che strizza l’occhio alle vecchie pellicole degli anni ’50, carico di un’atmosfera da technicolor, rappresentata sopratutto dagli abiti di fine sartoria, dalla scenografia carica di colori, dialoghi brillanti alla George Cukor, inserendovi un intreccio giallo alla Agatha Christie, ma che racchiude in sè anche l’essenza della cultura di oggi, dove i tradimenti e le menzogne dominano sui buoni sentimenti. Non ci si limiterà solo a dare vita a simpatici siparietti, ma si costruirà un vero e proprio giallo, cercando di condire il tutto con chiari riferimenti a quell’Alfred Hitchcock de La congiura degli innocenti. Il risultato sarà di un testo molto spassoso e insolito per originalità.